#un grido nel buio
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Walter Molino - Un grido nel buio (A Scream in the Dark), 1965
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Voglio te, solo te
Voglio te, solo te!
Lascia che il mio cuore
lo ripeta senza fine.
Tutti i desideri che mi distraggono
di giorno e di notte
in sostanza sono fasulli e vani.
Come la notte tiene nascosta nel buio
l'ansia di luce
così nel profondo del mio cuore
senza ch'io me ne renda conto
un grido risuona:
Voglio te, solo te!
Come la tempesta cerca la quiete
mentre ancora lotta contro la quiete
con tutte le sue forze
così io mi ribello e lotto
contro il tuo amore
ma grido che voglio te, solo te.
I want you, only you
I want you, just you!
Let my heart
Repeat it endlessly.
All the desires that distract me
Day and night
In essence they are fake and vain.
How the night keeps hidden in the dark
The anxiety of light
So deep in my heart
Without me realizing it
A cry resonates:
I want you, just you!
How the storm seeks the quiet
While still fighting against the quiet
With all his strength
So I rebel and fight
Against your love
But I scream that I want you, only you.
Rabindranath Tagore
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Sono la strega in cima al rogo
Una farfalla che imbraccia il fucile
Una regina senza trono
Una corona di arancio e di spine
Sono una fiamma tra le onde del mare
Sono una sposa sopra l’altare
Un grido nel silenzio che si perde nell’universo
Sono il coraggio che genera il mondo
Sono uno specchio che si è rotto
Sono l’amore, un canto, il corpo
Un vestito troppo corto
Una voglia un desiderio
Sono le quinte di un palcoscenico
Una città, un impero
Una metà sono l’intero
Ahia ia ia ia ia iai
Ahia ia ia ia ia iai
Mi chiamano con tutti i nomi
Tutti quelli che mi hanno dato
E nel profondo sono libera, orgogliosa e canto
Ho vissuto in un diario, in un poema e poi in un campo
Ho amato in un bordello e mentito non sai quanto
Sono sincera sono bugiarda
Sono volubile, sono testarda
L’illusione che ti incanta
La risposta e la domanda
Sono la moda, l’amore e il vanto
Sono una madonna e il pianto
Sono stupore e meraviglia,
Sono negazione e orgasmo
Nascosta dietro a un velo
Profonda come un mistero
Sono la terra, sono il cielo
Valgo oro e meno di zero
Ahia ia ia ia ia iai
Ahia ia ia ia ia iai
Mi chiamano con tutti i nomi
Tutti quelli che mi hanno dato
E anche nel buio sono libera, orgogliosa e canto
Sono stata tua e di tutti di nessuno e di nessun altro
Con le scarpe e a piedi nudi
Nel deserto e anche nel fango
Una nessuna centomila
Madre figlia, luna nuova sorella, amica mia Io ti do la mia parola
Ahia ia ia ia ia iai
Ahia ia ia ia ia iai
Mi chiamano con tutti i nomi
Tutti quelli che mi hanno dato
Ma nel profondo sono libera, orgogliosa e canto
Mi chiamano con tutti i nomi
Con tutti quelli che mi hanno dato
E per sempre sarò libera, e orgogliosa 🎶
f. mannoia🎶
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Questo amore Così violento Così fragile Così tenero Così disperato Questo amore Bello come il giorno E cattivo come il tempo Quando il tempo è cattivo Questo amore così vero Questo amore così bello Così felice Così gaio E così beffardo Tremante di paura come un bambino al buio E così sicuro di sé Come un uomo tranquillo nel cuore della notte Questo amore che impauriva gli altri Che li faceva parlare Che li faceva impallidire Questo amore spiato Perché noi lo spiavamo Perseguitato ferito calpestato ucciso negato dimenticato Perché noi l'abbiamo perseguitato ferito calpestato ucciso negato dimenticato Questo amore tutto intero Ancora così vivo E tutto soleggiato E' tuo E' mio E' stato quel che è stato Questa cosa sempre nuova E che non è mai cambiata Vera come una pianta Tremante come un uccello Calda e viva come l'estate Noi possiamo tutti e due Andare e ritornare Noi possiamo dimenticare E quindi riaddormentarci Risvegliarci soffrire invecchiare Addormentarci ancora Sognare la morte Svegliarci sorridere e ridere E ringiovanire il nostro amore è là Testardo come un asino Vivo come il desiderio Crudele come la memoria Sciocco come i rimpianti Tenero come il ricordo Freddo come il marmo Bello come il giorno Fragile come un bambino Ci guarda sorridendo E ci parla senza dir nulla E io tremante l'ascolto E grido Grido per te Grido per me Ti supplico Per te per me per tutti coloro che si amano E che si sono amati Sì io gli grido Per te per me e per tutti gli altri Che non conosco Fermati là Là dove sei Là dove sei stato altre volte Fermati Non muoverti
Jacques Prévert
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Sei la persona che è stata ufficialmente designata per scrivere il "MESSAGGIO nella bottiglia", non quello classico del naufrago sull'isola deserta, bensì quello concepito dall'essere umano e diretto agli altri abitanti del sistema solare.
Devi spiegare cos'è la Terra e com'è l'uomo, ciò che veramente noi siamo, perché dovrebbero venire a trovarci o non piuttosto evitarci come la peste.
Un discorso fiume, o anche poche, significative parole. Come ritieni più opportuno. Grazie a nome del pianeta.
Benritrovato, Viaggiatore.
Tu non conservi memoria di me e nemmeno io di te ma entrambi veniamo da un luogo distante nello spazio e nel tempo, dove lo spazio e il tempo, allora, non avevano significato.
Ci siamo mossi lungo un palcoscenico di desiderio di conoscenza e di connessione, calpestato da individui che oggi non sono più e su cui noi lasceremo spazio a coloro che non sono ancora.
Chissà se il ciclo delle stagioni del tuo pianeta vi restituisca la metafora della nascita, della crescita e della dissoluzione o se luce e tenebra vi risveglino nel cuore le stesse gioie e gli stessi timori di noi abitanti del pianeta Terra.
Cosa posso dirti di questo nostro pallido puntino blu perso nell'avvolgente buio cosmico?
Su di esso, per un breve respiro dell'universo, sono state racchiuse tutte le speranze di ogni madre e di ogni padre che hanno osservato i piccoli passi tremanti dei loro figli, tutti gli amori appassionati e le guerre sanguinose in nome di un dio o di un ideale oramai dimenticati.
Se tu sommassi la voce urlata di ogni proclama, di ogni grido di battaglia, dichiarazione di fedeltà, movimento di odio, giubilo o pianto, essi verrebbero inghiottiti dal nulla che separa il nostro e il tuo tutto.
Eppure noi siamo la somma millenaria di morte e rinascita, sempre pronti a conoscere e connetterci, non appena la paura dell'ignoto viene dissolta.
Stai forse tentando di analizzare la fiala di liquido trasparente che era nella capsula di stasi insieme a questo messaggio?
Ti risparmio la fatica. È acqua.
Quello è stato l'inizio di noi esseri umani e in essa ci siamo mossi e siamo cresciuti finché non l'abbiamo abbandonata, ma mai del tutto.
Quell'acqua racchiude la memoria della siccità, la paura della tempesta, l'ardore di chi l'ha solcata e la tristezza di chi ha visto il proprio sangue diluirvisi. Ma racchiude anche la gioia del primo raccolto, il fresco di una baia sicura e la pioggia lasciata fuori.
Tu stai tenendo in mano il cuore pulsante di tutta la razza umana.
Non analizzarla... non servirebbe a conoscerci.
Ma vieni, o Viaggiatore, e scopri coi tuoi occhi come su questo pallido puntino blu la nostra capacità di distruggere è forse grande e rumorosa ma mai potente come il nostro desiderio di creare, conoscere e condividere.
Ti aspettiamo.
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12/07/2024
La crudeltà umana, ha di nuovo lasciato traccia nel mondo. E sempre maggiore sfiducia cresce dentro di me, nei confronti del genere umano, e della società tutta. Il mio cuore si riempie di terrore, angoscia e disperazione. perché mai e poi mai ci sarà fine alla crudeltà umana: e in questi ultimi tempi ho avuto sempre maggiore conferma, al timore e alla tenebra che abita il mio cuore, seppellito ogni giorno sempre più in profondità. Per poterlo proteggere dal dolore, e dalla sofferenza che circonda tutto. Quando ho letto la notizia del piccolo gattino, scaraventato giù da un ponte, ho pianto tutto quello che avevo in corpo, ma non c'era nessuno che ascoltasse (nessuno ascolta mai un cuore che urla di dolore, per una povera anima innocente persa per sempre). Poi mi sono tagliato, come non facevo da tanto tempo. Perché del resto questa società riconosce solo il ferreo sapore del sangue, fatto sgorgare da occhi plumbei, che nascondono il vuoto, nel quale nessuna anima troverà mai rifugio.
Ombra spezzata
In un volo di sogni,
cade l'innocenza,
tra risate
di un buio crudele.
Il tempo si ferma,
goccia di vita
svanita nel nulla.
Un grido muto,
eco nell'abbandono,
cuore fragile
infranto.
#diario personale#malinconia#sentimenti#solitudine#tristezza#dolore#paura#poesia#disperazione#gattino#morte#pioggia
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2.
Usciamo da questo dannato quadro prima pieno ed ora privo di vita. Tu sei in piedi davanti alla porta spalancata, io ai piedi del tavolo di un marrone quasi rossiccio. Cerco di alzarmi, di ricomporre le parti di me che tanto brutalmente hai spezzato, vivisezionato a forza di colpi alla rinfusa per la tua rabbia, il tuo odio e forse un po' d'amore.
Non vedo, mi strappo gli occhi alla ricerca del buio completo, alla ricerca di qualcosa che mi protegga da te. Forse le tenebre. Forse l'inconscio. Forse il nulla.
Mi strappo i capelli. È questa la disperazione o la pazzia? È forse la fine di tutto?
Per terra una pozza di sangue e grido amore con le mani ricoperte del mio stesso scuro e denso sangue. Mi avvento su di te, belva assettata di morte, è una supplica. Uccidimi, non sono ancora morta e sento l'aria riempirmi i polmoni in fiamme, stanchi. Il petto mi esplode, i muscoli riprendono a funzionare fin troppo bene. Sono incontrollabile. Sono qualcosa di mai visto e ho paura di me stessa mentre cerco di strapparti il viso, il cranio ricoperto di muscoli minuscoli, carne, vene, nervi e null'altro. Sei nella mia testa, mi controlli, mi manipoli i pensieri. È successo o è stata un'altra illusione.
Un colpo fisso al petto e due nella schiena. Ti chini e mi baci sulle labbra secche, assettate, sporche ma calde. Siamo una guerra. Io che mi aggrappo con le unghie alla tua schiena. Al mio tocco la carne si scioglie, si strappa in maniera perfetta, gocce di vivo sangue caldo ricoprono le mie dita fredde.
Corro.
Scappo da te.
Il buio della notte mi culla.
Chiudo gli occhi grandi.
Ti sembro una bambina persa e disperata, una tua creatura progettata per la sofferenza e la distruzione pura.
Ti sento piangere, o forse stai ridendo, chi lo sa, le mie spalle sono l'unica cosa che vedi di me ed io una distesa di scuro, buio, inferno.
Guardaci.
Amore, caro amore mio.
Noi siamo morti.
Tu prima ed io dopo.
Ricado sul riccone cazzuto e svanisco.
Sono io ad avermi ammazzata e sono io che la vita l'ho poi continuata.
Tu muori sul pavimento freddo e guardami con gli occhi che supplicano amore.
Io non ti vedo.
Non ho più gli occhi e strappami dai miei incubi e paure.
Portami all'inferno che la mia anima come la tua sia dannata in eterno.
Amore, caro amore mio.
Porta i miei occhi con te nel più profondo buio che io non possa mai più guardare nessuno, che l'ultimo a vedere, guardare, amare, sia stato tu.
Amore, dannato amore mio.
Esco dalla casa buia a piedi scalzi, calpesto i frammenti di vetro sparsi sul pavimento sporco. I piedi mi si attaccano al suolo ed ogni passo è una doppia fatica.
Il quadro resta sul muro in attesa di essere accolto o distrutto. Nel cammino il fuoco è alto. Potrei prendere una matita, disegnare su un foglio bianco il calore che sento sul corpo nudo. Stringo le mani a pugni e conficco le unghie nella tenera carne, poi mischio, il tuo sangue con il mio e siamo un tutt'uno che vivi in me e vivo in te. Avvolgo le braccia intorno al corpo e il mio sguardo si perde. Ti sento freddo alle mie spalle, un tocco leggero sulla mia pelle fredda. Mi abbracci da dietro, le braccia sotto le mie, è una promessa di protezione e ci siamo uccisi, distrutti, massacrati.
Mi marchi il corpo con il tuo calore e ricomponi parte dopo parte di me con le tue lacrime, vedo di nuovo ed il calore delle fiamme non è calore, è il nostro Inferno.
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Voglio te, solo te!
Lascia che il mio cuore
lo ripeta senza fine.
Tutti i desideri che mi distraggono
di giorno e di notte
in sostanza sono fasulli e vani.
Come la notte tiene nascosta nel buio
l'ansia di luce
così nel profondo del mio cuore
senza ch'io me ne renda conto
un grido risuona:
Voglio te, solo te!
Come la tempesta cerca la quiete
mentre ancora lotta contro la quiete
con tutte le sue forze
così io mi ribello e lotto
contro il tuo amore
ma grido che voglio te, solo te.
R. Tagore
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Heart Attack (Attacco di cuore)
Editors
I couldn't look at you Non potevo guardarti Orbit my life like a satellite Orbita la mia vita come un satellite Let out a battle cry Lancia un grido di battaglia Angels are lost in the black and white Gli angeli si perdono nel bianco e nero
We were always meant for this Siamo sempre stati fatti per questo Shot through the dark, my reason to exist Sparato nel buio, la mia ragione di esistere Why? Come mai?
My baby don’t wanna be Il mio bambino non vuole esserlo Near anyone when shit gets tight Vicino a chiunque quando la merda si fa stretta Love is on fire again L'amore è di nuovo in fiamme Burn a cause in my arm and fight Brucia una causa nel mio braccio e combatti
We were always meant for this Siamo sempre stati fatti per questo Shot through the dark, my reason to exist Sparato nel buio, la mia ragione di esistere Why? Come mai?
No one will love you more than I do Nessuno ti amerà più di me I can promise you that Te lo posso promettere And when your love breaks I'm inside you E quando il tuo amore si rompe io sono dentro di te Like a heart attack Come un infarto No one will love you more than I do Nessuno ti amerà più di me I can promise you that Te lo posso promettere And when your love breaks I'm inside you E quando il tuo amore si rompe io sono dentro di te Like a heart attack Come un infarto
I wouldn’t answer straight Non risponderei direttamente Mould my words till they sound alright Modella le mie parole finché non suonano bene Who listens to us anyway? Chi ci ascolta comunque? My audience is you tonight Il mio pubblico sei tu stasera
We were always meant for this Siamo sempre stati fatti per questo Shot through the dark, my reason to exist Sparato nel buio, la mia ragione di esistere Why? Come mai?
No one will love you more than I do Nessuno ti amerà più di me I can promise you that Te lo posso promettere And when your love breaks I'm inside you E quando il tuo amore si rompe io sono dentro di te Like a heart attack Come un infarto No one will love you more than I do Nessuno ti amerà più di me I can promise you that Te lo posso promettere And when your love breaks up inside you E quando il tuo amore si rompe dentro di te Like a heart attack Come un infarto
We were always meant for this Siamo sempre stati fatti per questo Shot through the dark, my reason to exist, why Sparato nel buio, la mia ragione di esistere, perché
No one will love you more than I do Nessuno ti amerà più di me I can promise you that Te lo posso promettere And when your love breaks I'm inside you E quando il tuo amore si rompe io sono dentro di te Like a heart attack Come un infarto No one will love you more than I do Nessuno ti amerà più di me I can promise you that Te lo posso promettere And when your love breaks I'm inside you E quando il tuo amore si rompe io sono dentro di te Like a heart attack Come un infarto
No one will love you more than I do Nessuno ti amerà più di me No one will love you more than I do Nessuno ti amerà più di me No one will love you more than I do Nessuno ti amerà più di me No one will love you more than I do Nessuno ti amerà più di me No one will love you more than I do Nessuno ti amerà più di me No one will love you more than I do Nessuno ti amerà più di me No one will love you more than I do Nessuno ti amerà più di me No one will love you more than I do Nessuno ti amerà più di me No one will love you more than I do Nessuno ti amerà più di me No one will love you more than I do Nessuno ti amerà più di me No one will love you more than I do Nessuno ti amerà più di me No one will love you more than I do Nessuno ti amerà più di me
youtube
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Non mi tolga tutto il lutto, dottoressa,
me ne lasci la metà;
io non voglio che il mio cuore
sia sgombro per intero,
mi lasci la mancanza:
faccia male di notte,
se non dormo, ma se dormo,
se possibile, vorrei
non svegliarmi nel buio,
come se
non potessi respirare.
Mi tolga
l’impossibile che è che non si possa
più ascoltare la sua voce
e lo squillo del telefono mai suo
quando compio un altro anno
e non vorrei.
Mi lasci continuare
a guardare fissamente
se qualcuno beve
il caffè nel vetro
e faccia che io pianga
sulla torta di riso;
mi tolga il grido, se può,
la testa che sbatte,
il nero che fa
la fine.
Non mi resta che
la mancanza che è:
e se è il dolore che riempie
come un corpo
il mio corpo,
me lo lasci per metà.
Non voglio perdere
che ferisca come un taglio
la lama che non taglia dei suoi occhi;
Tolga il lutto che inginocchia,
che non crede, che mi chiude
in casa.
Mi lasci che mi facciano
male i fiori,
ma non tutti,
solo quelli arancioni.
Beatrice Zerbini, da:“In comode rate- Poesie ed Eventuali"
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L’agente Vinnie, Fox e l’ispettore Greco.
La strada bagnata scorreva sotto le ruote della sua Shevy d’ordinanza, erano 5 minuti che l’inseguimento era cominciato. L’agente Vinnie aveva notato un movimento sospetto mentre era fermo all’El’s dinner, un tizio coperto da un lungo impermeabile e con in testa un cappellaccio da australiano stava trafficando accanto ad una Chevrolet bianca, scese dalla pattuglia e si avvicinò al soggetto, “hey” grido per farsi notare, e l’uomo lo noto, la reazione era prevista. Il tizio saltò in auto e partì con la fretta di chi aveva qualcosa da nascondere, Vinnie si aspettava una reazione simile, aveva 30 anni d’esperienza, ed era già pronto a raggiungere il volante della pattuglia per dargli dietro, tutto questo con buona pace della voglia di ciambelle del suo collega Josh.
Pioveva quella cazzo di notte, sulla strada bagnata la Shevy era come un pesante rinoceronte con le pattine ai piedi, scivolava ovunque, bisognava guidare in punta di dita, ogni frenata rischiava di diventare un bacio contro il muro, ogni curva sembrava una faticosa virata in mare, e anche in rettilineo non si poteva abbassare la guardia, ogni pozzanghera generava una sbandata, l’unica cosa positiva era che anche il fuggiasco guidava una Chervolet special deluxe del ‘40 di colore bianco, i fari della volante la facevano risaltare nel buio della notte, era un cazzo di inseguimento a rallentatore.
L’Hudson era una spaventosa macchia scura sul lato sinistro della strada, Vinnie era travolto dal desiderio e dalla paura, voleva prendere il fuggiasco ma non voleva saltare dentro al fiume con la macchina, l’immagine di una Shevy zebrata intenta a saltare giù da un ponte lo aggredì, scosse la testa, doveva rimanere concentrato, quel figlio di puttana andava preso, era sicuro di dar dietro al criminale che veniva chiamato Fox, erano mesi che li faceva penare. Sulle prime non ci dettero molto peso, ma nel giro di poco passò dai piccoli furti ad atti sempre più efferati, l’escalation era stata vertiginosa, due mesi fa il primo omicidio a sangue freddo e poi, poi non si era più fermato, i suoi attacchi erano diventati sempre più frequenti e sempre più feroci, ultimamente si era messo a giocare con le lamette da barba.
Vinnie era solo in auto, Josh era rimasto con le ciambelle in mano e la bocca aperta, era ancora dentro l’El’s dinner e poco poteva fare per il collega. Vinnie provò ad allungare la mano verso la radio, ma le luci spente non facevano presagire nulla di buono, la radio era muta. Provò ad accendere la sirena ma anche quella era guasta, era dentro un fottuto rinoceronte incapace di grugnire o qualunque sia il verso di un rinoceronte, era fottutamente solo.
I primi bagliori dell’alba normalmente presagivano la fine del turno di notte e Vinnie li accoglieva sempre con un sorriso, ma oggi significavano solamente un rischioso straordinario mal pagato, e forse, forse una pallottola nel petto.
Vinnie doveva solamente resistere, più riusciva a far durare l’inseguimento e più Fox sarebbe stato nei guai. Fox, lo chiamavano così perché si comportava come una volpe, mimava il carattere della vittima, se la faceva amica, e appena questa abbassava la guardia se la beveva, psicopatico bastardo.
Il segnale dei lavori in corso apparve come una madonna nella notte, normalmente è un segnale indesiderato per chi guida, ma questa sera no, il ponte sul fiume era interrotto e Fox ci stava finendo dentro, dopotutto forse non sarebbe stato Vinnie a saltare nel fiume. L’auto bianca cominciò a rallentare per poi fermarsi, era in trappola e non c’era più nulla da fare, sembrava finita, ma una bestia in trappola è sempre pronta a tutto, non era il momento per abbassare la guardia.
“SCENDI SUBITO DALLA MACCHINA!” urlò Vinnie, nessuna risposta, la luce adesso permetteva di vedere chiaramente, e dentro l’abitacolo non si scorgeva nessuno, non poteva essere fuggito, Vinnie dalla sua posizione vedeva chiaramente le portiere, non poteva essergli scappato. Il peso del ferro lo confortava, decise di agire, uscì dall’auto e percorrendo un lento e ampio raggio e cominciò ad avvicinarsi allo sportello dell’auto, “SCENDI!”, “ALZA LE MANI!” “FATTI VEDERE!”, ad ogni passo ripeteva come un mantra queste parole, ma niente, nulla di nulla, riceveva in cambio solo silenzio, la maniglia era giunta a portata di mano, la bianca portiera era il confine tra la vita e la morte.
Vinnie era in difficoltà sul da farsi, ogni errore sarebbe stato fatale, la soluzione più semplice sarebbe stata quella di sparare alla portiera, il potere distruttivo della magnum avrebbe fatto il resto, ma il codice non lo permetteva, si sollevò dalla posizione di guardia per sbirciare dentro l’abitacolo.
Vuota, era orribilmente vuota, aprì di scatto la portiera, e dentro non c’era nessuno, come cazzo aveva fatto a scappare? Sul divanetto anteriore c’erano solamente l’impermeabile vuoto ed una valigetta aperta contenente un rasoio e delle dita tranciate, e sangue, macchie di sangue ovunque. “Dove cazzo sei finito bastardo?”, si girò verso la strada e la volante era sparita, “Che cazzo succede?” ringhiò Vinnie, si portò le mani alla testa ma il tatto non incontrò i suoi radi capelli ma un cazzo di cappello da australiano, che cazzo stava succedendo!? Cadde a terra in preda alle convulsioni e vomitò, ora le sue mani tremavano e la pistola emetteva un sinistro tintinnio.
L’ispettore Greco era stato buttato giù dal letto alle 5 di mattina, si dirigeva al cantiere sull’Hudson, l’agente Josh aveva dichiarato il furto di una Chervolet special deluxe del ‘40 di colore bianco da parte di Vinnie, la stessa ritrovata poi al cantiere, che cazzo gli era preso a quel mezzo italiano maledetto?
L’ispettore Greco scese dalla macchina e sbottò “che cosa abbiamo qui?”, “ un agente con un buco in testa, una manciata di dita e un rasoio,”, ”sangue?”, ”quanto ne vuoi”, “e nel bagagliaio?”, ”pezzi di carne appartenenti ad un numero imprecisato di persone”, “Il solito cazzo di casino al quale tentare di dare un senso”, L’ispettore si accese una sigaretta bestemmiando.
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La sera spegne le luci al giorno vissuto, il
sipario si abbassa nella profondità
dell'oblio.
Non ho più lacrime da nascondere
con questa pioggia incessante, freddo è il
mio cuore.
Sento un gran freddo, chi mi potrà
amare?
Chi scalderà il mio cuore per quietare la
bramosa sete?
All’infinito inseguirò il tuo ricordo
con sguardo smarrito di sconfitto amore,
crollo nel baratro delle lenzuola, gli occhi
nel buio pronunciano il tuo nome.
E se l'amore è un grido disperato
io voglio rimanere senza fiato
urlando a più non posso tutta notte il
nome di chi il cuore mio si inghiotte.
___@Alma Bigonzoni___
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Mariposa
Sono la strega in cima al rogo Una farfalla che imbraccia il fucile Una regina senza trono Una corona di arancio e di spine Sono una fiamma tra le onde del mare Sono una sposa sopra l’altare Un grido nel silenzio che si perde nell’universo Sono il coraggio che genera il mondo Sono uno specchio che si è rotto Sono l’amore, un canto, il corpo Un vestito troppo corto Una voglia un desiderio Sono le quinte di un palcoscenico Una città, un impero Una metà sono l’intero Ahia ia ia ia ia iai Ahia ia ia ia ia iai Mi chiamano con tutti i nomi Tutti quelli che mi hanno dato E nel profondo sono libera, orgogliosa e canto Ho vissuto in un diario, in un poema e poi in un campo Ho amato in un bordello e mentito non sai quanto Sono sincera sono bugiarda Sono volubile, sono testarda L’illusione che ti incanta La risposta e la domanda Sono la moda, l’amore e il vanto Sono una madonna e il pianto Sono stupore e meraviglia, Sono negazione e orgasmo Nascosta dietro a un velo Profonda come un mistero Sono la terra, sono il cielo Valgo oro e meno di zero Ahia ia ia ia ia iai Ahia ia ia ia ia iai Mi chiamano con tutti i nomi Tutti quelli che mi hanno dato E anche nel buio sono libera, orgogliosa e canto Sono stata tua e di tutti di nessuno e di nessun altro Con le scarpe e a piedi nudi Nel deserto e anche nel fango Una nessuna centomila Madre figlia, luna nuova sorella, amica mia Io ti do la mia parola Ahia ia ia ia ia iai Ahia ia ia ia ia iai Mi chiamano con tutti i nomi Tutti quelli che mi hanno dato Ma nel profondo sono libera, orgogliosa e canto Mi chiamano con tutti i nomi Con tutti quelli che mi hanno dato E per sempre sarò libera, e orgogliosa canto!
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Non é un buon periodo...non perché sto male. Ho avuto momenti peggiori ma mai come nel periodo natalizio la gioia e il dolore sono così vicini. Come luce e buio. Muiono spesso le persone, gli anziani...per la paura di dover festeggiare le feste da soli si lasciano andare...
E il vero senso del natale? Il compleanno di Gesù scivola piano piano nel dimenticatoio.
Alle scuole qui dove vivo la storia di Natale non ci si racconta più per non urtare gente di altre religioni. Ci si affida a babbo natale piuttosto che a Gesù Bambino. Le famiglie non festeggiano insieme e i mercatini di Natale adesso si chiamano mercatini di inverno sempre per non urtare chi non crede a Natale. Tutto questo mi rende perplesso e mi intristisce. E le canzoni di natale?
Vorrei tornare in quel periodo della mia vita dove Natale era una festa, dove la famiglia si riuniva e i regali erano pensierini piccoli e non lo iPhone all ultimo grido.
Io sono cristiana e mi dichiaro tale e per me Natale dovrebbe essere la gioia e la amore per la nascita del Salvatore del mondo.
Può esserci posto anche per un po' di magia e un babbo natale che porta i doni...ma senza dimenticare il vero senso del natale.
Mi manca quella cosa.
I tempi stanno cambiando e quel cambiamento non mi piace per niente...
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Non mi tolga tutto il lutto, dottoressa,
me ne lasci la metà;
io non voglio che il mio cuore
sia sgombro per intero,
mi lasci la mancanza:
faccia male di notte,
se non dormo, ma se dormo,
se possibile, vorrei
non svegliarmi nel buio,
come se
non potessi respirare.
Mi tolga
l’impossibile che è che non si possa
più ascoltare la sua voce
e lo squillo del telefono mai suo
quando compio un altro anno
e non vorrei.
Mi lasci continuare
a guardare fissamente
se qualcuno beve
il caffè nel vetro
e faccia che io pianga
sulla torta di riso;
mi tolga il grido, se può,
la testa che sbatte,
il nero che fa
la fine.
Non mi resta che
la mancanza che è:
e se è il dolore che riempie
come un corpo
il mio corpo,
me lo lasci per metà.
Non voglio perdere
che ferisca come un taglio
la lama che non taglia dei suoi occhi;
Tolga il lutto che inginocchia,
che non crede, che mi chiude
in casa.
Mi lasci che mi facciano
male i fiori,
ma non tutti,
solo quelli arancioni.
Beatrice Zerbini, da:“In comode rate- Poesie ed Eventuali"
Immagine: Helena Perez
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è un aeroplano di carta che vola come per gioco sopra parole di fuoco
dentro l'amore che manca ci ho camminato anch'io
ora la pace si apparta, resta nel buio per poco nel grido fioco dammi la pace ed io torno distrutto la sera vestendo a lutto chi c'era flutto sull'onda che lascia tutto in miseria quel vento asciutto in ringhiera soffiava su ogni preghiera sui miei bisogni e sui sogni persi una vita intera
riderò sempre in mezzo alla gente e tu balla se puoi parla di noi, come bestiame dentro i mattatoi io che morivo e nascevo ancora dentro gli occhi tuoi
riderò sempre in mezzo alla gente e tu balla se puoi
canterò sempre questa canzone che parla di noi
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